Cosa bisogna fare e sapere per partire per gli Usa
Da giovedì 26 ottobre 2017, sono entrate in vigore le nuove misure di sicurezza per i voli diretti verso gli Stati Uniti.
Il piano rientra nella richiesta di Washington in cui una serie di norme volute dall’amministrazione Trump, introducono controlli più stringenti sia negli aeroporti che su tutti i passeri.
D’ora in poi, da qualsiasi altro Paese del mondo, tutti coloro che si recheranno negli Stati Uniti, cittadini americani compresi, troveranno lunghe code ai controlli, regole più rigide, riceveranno accurate interviste conoscitive già al momento del check-in e potranno essere sottoposti a controlli dettagliati dei propri dispositivi elettronici.
Cosa fare prima di partire
L’Italia rientra tra i paesi del Waiver Program, detto Visa per cui chi vuole andare negli Usa per motivi turistici non ha bisogno di Visto ma basta l’Esta, un’autorizzazione da compilare e pagare online .
E’ necessario però essere muniti di passaporto elettronico a lettura ottica MRP (Machine Readable Passport) questo vale sia per gli adulti che per i bambini e i neonati, ciascuno deve avere il suo documento in base alle nuove regole stabilite nel 2012.
L’Esta è un sistema elettronico online sviluppato dal governo degli USA, serve ad autorizzare il viaggio negli Stati Uniti è assolutamente necessario anche per chi fa scalo.
La domanda si fa online sul sito https://www.esta-usa-visto.it/ con passaporto in corso di validità, pagando 14 dollari.
L’ autorizzazione viene concessa e trasmessa al richiedente via mail dopo un massimo 72 ore dalla richiesta.
Le persone che hanno visitato dopo il 1° marzo 2011, Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen devono comunque richiedere il Visto presso il consolato o l’ambasciata americana in Italia , costa 160 dollari ed è richiesto anche un colloquio.
Deroghe per chi ci ha viaggiato per lavoro
Cosa prevedono le nuove misure
Brevi interviste
Tutti i viaggiatori devono aspettarsi brevi interviste al momento del check-in, del controllo dei documenti oppure al gate. Per questo motivo si consiglia di recarsi in aeroporto almeno tre ore prima.
Le interviste vengono effettuate dai dipendenti delle compagnie aeree.
Alcune compagnie aeree come ad esempio Air France, invitano i propri clienti a compilare dei brevi questionari.
Altre compagnie aeree invece hanno fatto sapere che i loro controlli di sicurezza non subiranno alterazioni.
Per maggiori informazioni e modalità pertanto consiglio di visitare il sito della Compagnia Aerea con cui viaggerete.
Le domande possono essere:
Chi ha fatto il bagaglio? Dove è diretto e perché? Dove alloggia? Motivo del viaggio? Perché va a New York? Dove dormirà? Conosce qualcuno? Perché va in America? Conosce qualcuno a Miami? Qual è lo scopo del suo viaggio? Mi può dire dove pernotterà?
Per chi parla poco inglese, la compagnia aerea garantisce un supporto di un dipendente.
Questo è ciò che mi hanno detto nell’intervista, nella realtà non garantisco nulla, come in tutte le cose bisogna provare, pertanto consiglio di scaricare nel proprio smatphone una buona app da utilizzare come traduttore, oppure di portarsi appresso un piccolo, desueto, ma utile vocabolarietto.
Controllo più rigoroso del contenuto del bagaglio
I computer portatili a bordo sono nuovamente consentiti, ma altri cosiddetti “dispositivi personali” saranno più controllati di prima.
Tra essi, computer, telefoni cellulari e tablet PC. Vi possono richiedere, perché consentito, le varie password.
Dal momento che i controlli sono diventati più serrati sono consigliati per le valigie i lucchetti con combinazione che nell’eventualità le autorità aeroportuali possono aprire con una chiave universale, senza rompere niente, questi lucchetti si chiamano TSA (Transportation Security Administration).
Perplessità e privacy
La vera novità però, che da parecchio tempo viene discussa dagli addetti ai lavori è in effetti l’introduzione del codice SSSS “secondary security screening selection”.
Questo è un codice riservato che indica agli addetti alla sicurezza di ispezionare più nel dettaglio il passeggero, che ha mostrato particolari segnali di rischio.
A questo proposito, molte compagnie aeree però, hanno espresso le proprie perplessità. I vari dubbi emersi riguardano soprattutto il momento in cui effettuare l’intervista, se al check-in o all’imbarco ed il fatto che diventerà più complicato per i passeggeri imbarcarsi per gli Stati Uniti.
Le compagnie, come più volte detto, consigliano infatti ai propri clienti, un arrivo in aeroporto circa tre ore prima della partenza, per avere più tempo e gestire meglio eventuali disguidi o complicazioni.
Resta ancora aperta la questione sul trattamento dei dati personali raccolti durante le interviste. La legislazione in materia è differente in ciascuno dei 105 stati da cui partono gli aerei per gli USA e il diritto alla privacy potrebbe restare in sospeso.
Un’altra perplessità viene sollevata dal fatto che le misure sono state richieste espressamente da Washington senza tenere conto però delle osservazioni delle linee aeree e senza far presente quali siano le specifiche minacce urgenti in corso.
Nonostante i pareri discordi, tuttavia le varie misure di sicurezza devono essere messe in atto.
Paolo B.
on6 novembre 2017 at 09:01 says:
Ripassate l’Inglese!!!!
Gaetano P.
on14 novembre 2017 at 18:34 says:
… aspetto che finisca il mandato Trump per ritornare negli States 🙂