Lugnano in Teverina: il borgo dei vampiri!

Il Borgo umbro di Lugnano in Teverina in provincia di Terni si è imposto recentemente all’attenzione dei media nazionali ed internazionali per la scoperta degli archeologi dell’Università di Stanford, che dal 1987 stanno scavando nella villa romana di Poggio Gramignano.

Dagli scavi sono emersi interessanti e lussuosi pavimenti in mosaico e centinaia di minuscole ossa umane e di  animali, oltre a scheletri di cani decapitati.

La cosa recente ed inquietante è che sono rinvenute cinque stanze  che erano riempite di sepolture di bambini , ad ora ne sono state contate circa 47 . La villa sembra che sia stata abbandonata non più tardi del II secolo d.C. e probabilmente fu riutilizzata come cimitero nel V secolo.

Il fatto strano di questo rinvenimento è che i corpi degli strati superiori sono stati inumati in gruppo,  come se il cimitero fosse stato riempito nel giro di pochi giorni . Gli archeologi ritengono che fosse in atto un’epidemia che inizialmente ha causato pochi decessi , ma che poi si sia diffusa  rapidamente uccidendo  molti bambini. Si è pensato, dai riferimenti storici , che potesse essere la stessa epidemia di malaria che fermò gli Unni di Attila nel 452, pronti a conquistare Roma .

In Umbria infatti e non solo, nel V secolo ci fu  un’epidemia così dilagante da ritardare le invasioni degli Unni.

La cosa più strana è che è stato rinvenuto recentemente anche lo scheletro di un bambino di circa dieci anni  con una pietra in bocca .

Secondo gli archeologi, si tratterebbe di una procedura usata dagli antichi contro i vampiri, in modo da impedire al morto di ritornare in vita e contagiare le persone con la malattia che l’aveva portato al decesso, molto probabilmente una forma di malaria, come testimonierebbe un ascesso ai denti.

Anche altri resti di bambini appaiono in qualche modo “bloccati” da pietre è probabile che molti dei bimbi morti e sepolti in questo antico cimitero, solo per le malattie da essi contratte, erano considerati dei vampiri o comunque un pericolo per i vivi. 

Queste sono pratiche funerarie rituali dovute alla paura che i cadaveri potessero tornare in vita e per evitare questo, praticavano la mutilazione degli arti, soprattutto nell’asportazione del cranio, questo per impedire alla salma di muoversi e ritornare dagli inferi.

Ecco il significato del sasso che serviva a quei tempi ad evitare che il bimbo  risorgesse come vampiro diffondendo e infettando i vivi con la malaria.

Questo inquietante ritrovamento lo hanno chiamato “Il vampiro di Lugnano”.

 INFO:

Il Borgo umbro di Lugnano in Teverina

 

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