Milano e la prima posta aerea!

Durante le 5 giornate di Milano esattamente dal 18 al 22 marzo 1848 si è effettuato il primo esperimento di posta aerea in Italia.

Il tentativo si è verificato mentre si svolgevano i combattimenti contro le truppe austriache guidate da Josef Radetzky, la città era completamente assediata  e avvolta da un irrefrenabile impeto che travolgeva tutti i milanesi.

A Milano in quei giorni vi erano barricate ovunque, costruite con quello che capitava, armadi, sedie, barili, carrozze rovesciate, banchi delle chiese e via dicendo.

Dalle finestre invece pioveva di tutto, cibo, olio bollente, oggetti contundenti e chi più ne ha più ne metta.

In questa situazione i milanesi avevano la necessità di trovare al più presto il modo di comunicare con la campagna e le città vicine, perché avevano  assolutamente bisogno che il nemico venisse attaccato alle spalle.

Ci penserà un prete dal nome Antonio Stoppani che non ha mai esitato a impugnare il suo fucile e a salire sulle barricate e per l’occasione  ha trovato una soluzione  che in breve tempo realizza. Si tratta di utilizzare dei palloncini aerostatici.
L’evento è partito nelle vicinanze del Seminario maggiore di Milano, dove alloggiava in corso Venezia all’angolo con via della Spiga, dove un edificio conserva ancora oggi  le sbrecciature di un cannone austriaco, come rammenta la lapide che riporta la data Marzo 1848 a ricordare le convulse giornate di lotta.

Proprio lì, durante le Cinque giornate di Milano, si levarono in volo decine di palloni aerostatici per portare messaggi patriottici oltre la linea d’assedio della città, come richiesto.

Stoppani con l’aiuto di alcuni seminaristi li realizzò utilizzando carta, colla e funicelle contenenti dei messaggi che recitavano ….

Impugnate le armi contro il nemico impedendo ogni approvvigionamento di armi e di cibo”.

L’iniziativa fu replicata in altre zone della città, ai palloni venivano appesi anche  i rapporti e le istruzioni del Governo e i seminaristi aggiungevano le proprie idee, incitando le popolazioni a sollevarsi e venire in aiuto.

L’intuizione, tanto semplice quanto geniale andò a buon fine con l’effetto desiderato e i milanesi, con l’aiuto dei nuovi combattenti, riuscirono a circondare il nemico.

Oggi, proprio uno dei messaggi che volarono via dalla città in quel lontano marzo del 1848, si può vedere come cimelio di questa incredibile impresa, presso il Museo del Risorgimento di Milano in Via Borgonuovo 23.

Collezione privata. Documento storico, testimone di uno dei più importanti momenti del Risorgimento.

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