L’ARTE DEL PROFUMO A CASA BOSCHI DI STEFANO

Come in una favola uniti dalla passione per l’arte, nella Casa Boschi Di Stefano di via Jan, per la prima volta si aprono le porte al Museo del Profumo di Milano per esporre i suoi esemplari più celebri e curiosi  in una mostra in tre atti, curata da Elisabetta Invernici, che  racconta con eleganza la storia del secolo scorso.

Un percorso che con garbo e raffinatezza, accompagna il visitatore in una passione comune ai “padroni di casa” quella dell’arte, del gusto tutto italiano, del design e che la arricchisce aggiungendo dei capolavori della profumeria artistica.

La mostra intitolata Trilogia del profumo – emozioni Olfattive dal Novecento si svolgerà  da settembre 2017 a gennaio 2018 e grazie all’unione e al contributo di Elisabetta Invernici, appassionata di moda e costume, di Giorgio Dalla Villa storico della profumeria e a Neiade, con appassionanti visite narrate, offrono l’opportunità  di approcciare ed appassionare il visitatore ad un mondo fantastico, fatto di emozioni, suggestioni olfattive, eleganza, arte ed anche bellezza.

Vengono mostrate e presentate boccette di profumo, ciprie, oggetti pubblicitari, marchi storici.

Si impara che il marchio milanese Migone 1778-1950 abbia  avuto alcune ricette direttamente dal Conte Cagliostro, oppure Bertelli  oltre ai profumi ,abbia realizzato la crema “Venus” tuttora sul mercato e che il marchio abbia avuto come testimonial per i loro prodotti nientemeno che Greta Garbo.

Gi.vi.emme acronimo del nome Giuseppe Visconti di Modrone che prodotto da Carlo Erba realizzò “Contessa Azzurra” e “Dimmi di si”, fragranza ideata tra l’altro per Mata Hari e che i nomi vennero dati da Gabriele D’Annunzio.

Vengono presentati gli “essenzieri” e la loro importanza come ad esempio Francesco Spotorno in arte François Coti, oppure i maestri del vetro, veri artisti come René Lalique.

Insomma la storia del ‘900  viene magistralmente raccontata attraverso la vetrina di una raffinata profumeria, tra aneddoti appassionanti e gossip del tempo, all’interno di una casa museo che ne celebra i fasti con i migliori artisti italiani degli anni Trenta e Quaranta e del Secondo Dopoguerra come ad esempio Carrà, Sironi e Fontana.

Una mostra che profuma di fascino, creatività e genio tutto italiano.

Trilogia del profumo – emozioni Olfattive dal Novecento

Dal 12 al 24 settembre

FRAGRANZE DI NATURA

“1900-1920 Rosa Genoni e Giuseppe Visconti di Modrone: la nascita dello stile italiano”

I profumi possono suscitare emozioni, sentimenti, ogni occasione ha la sua fragranza ed è nei primi anni del secolo scorso che inizia a differenziarsi il profumo francese da quello italiano. I cugini d’oltralpe creano profumi per la donna che “vuole conquistare l’amato”, mentre i profumieri italiani , succubi del conservatorismo religioso  devono  produrre per “la donna che vuole sapere di buono”.

A questo punto in Italia nasce una moda nazionale e rivoluzionaria con Rosa Genoni che trionfa all’Expo di Milano nel 1906 e con  Giuseppe Visconti di Modrone, appartenente alla più antica aristocrazia milanese , che crea un nuovo profumo che rompe gli schemi della Profumeria italiana ideando una fragranza, Contessa Azzurra, prima e Dimmi di si poi, che non prende in prestito un odore naturale, ma vuole suscitare un’emozione.

 

Dal 14 al 26 novembre 2017

 FRAGRANZE DI SINTESI

 1930-1940 La Profumeria anteguerra si ispira al cinema dei ‘Telefoni Bianchi’

Il Primo conflitto mondiale è giunto al termine. Le donne hanno accesso a professioni che sino a prima della guerra erano appannaggio esclusivo degli uomini. Sebbene vengano retribuite con salari inferiori, hanno finalmente disponibilità economiche per acquistare prodotti per la propria bellezza. Grazie all’evoluzione della Profumeria, che si adegua al nuovo mercato, vengono poste in vendita fragranze popolari. Ormai i Profumieri, nella maggior parte dei casi, hanno abbandonato definitivamente l’idea di profumi che imitano la natura. Il pubblico desidera essenze che pongano in evidenza la personalità di ciascuno.

Le donne che hanno conquistato il diritto alla Bellezza, grazie all’industria profumiera e cosmetica in forte espansione, non vogliono rinunciarvi. Fioriscono le imprese locali e regionali che sfornano fragranze a un costo sempre minore.

Il cinema, sia italiano sia americano, propone modelli da imitare. La Chiesa osserva corrucciata la donna moderna e in alcuni luoghi sacri il profumo, il rossetto e la cipria sono banditi. Nel 1939 l’Europa è attraversata dal brivido della guerra.

Salvador Dali
Le Roy Soleil-1947

 

Dal 16 al 28 gennaio 2018

FRAGRANZE DI MODA

1950-1970 Le Sartorie Italiane e i profumi alla Moda per la donna moderna

La più distruttiva guerra che il mondo abbia mai conosciuto si esaurisce nel 1945. Molte imprese di Profumo italiane hanno chiuso i battenti, sia perché i loro stabilimenti sono stati distrutti dai bombardamenti, sia per mancanza di volontà nel proseguire un’attività non più redditizia. La Profumeria francese, con l’apertura dei confini, considera l’Italia terra di conquista e le griffes straniere si pongono in aperta concorrenza con ciò che rimane della Profumeria italiana. Resistono all’assalto delle Maisons le grandi Case italiane: Giviemme e Bertelli, che nonostante abbia avuto anch’essa lo stabilimento devastato dai bombardamenti, già sul finire degli anni 1940 riprende convigore l’attività. Nel 1945 Giviemme lancia la linea ‘Victor’, i primi profumi per uomo, a volte mascherati come dopobarba, per lenire le sofferenze del rasoio elettrico, diavoleria meccanica importata dall’America.

La Moda italiana inizia la sua riscossa e, seguendo l’esempio dei couturiers francesi, le Case di Moda divengono anche Case di Profumo: Emilio Schuberth, Biki, le Sorelle Fontana, Pucci si pongono sul mercato con fragranze innovative ‘per la donna moderna’. La creazione di profumi di lusso spinge le Case Italiane a creare nuove esperienze olfattive poiché il boom economico ha prodotto una classe borghese, non sempre culturalmente preparata, ma desiderosa di apparire acquistando elementi costosi per la propria persona. Una gioiosa svolta nella Profumeria sono i ‘Figurali’, elementi in ceramica, legno o ferro che raffigurano personaggi o oggetti di uso comune nei quali il flacone di profumo, a volte opportunamente progettato, diviene elemento della composizione stessa.

Sono gli anni in cui la Profumeria italiana esala l’ultimo respiro. L’innovazione tanto sperimentata non ha convinto gli italiani. Del resto acquistare un profumo francese, con un nome esotico anche se incomprensibile, è più chic che rivolgersi alla commessa chiedendo ‘Ricordo di Primavera’ o ‘Notte di Venezia’, titoli di una romanticheria oramai superata e spesso rifiutata, le giovani indossano minigonne e sono consapevoli della propria femminilità. Per le grandi Case il processo di smobilitazione, iniziato a metà degli anni 1950, con la vendita dei propri marchi o il mutamento del nome per rifarsi una nuova verginità, si sta concludendo. Sul mercato, esaurita la breve stagione dei profumi creati dagli stilisti del dopoguerra, si stanno affacciando nuove griffes supportate dalla neoindustria della Moda.

Comitato scientifico: Elisabetta Invernici – Fashion & Beauty Editor ideatrice e curatrice della Mostra

Giorgio Dalla Villa – Direttore del Museo del Profumo

Daniela Candio – Curatrice del Museo del Profumo

Fulvio Ronchi – Art Director

Media Partner: Profumeria da Collezione – periodico di Storia, Arte e Cultura per collezionisti di Profumo

Materale fornito da Neiade – Advertising

 

Info:

Casa Museo Boschi di Stefano

via Jan 15 Milano

Orari: Martedi/Domenica 10.00/18.00 lunedi chiuso

Entrata libera

 

Per visite guidate Neiade e prenotazioni online

T.+39 02 36565694

info@neiade.com

 

 

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